Fiammetta
di Emanuela E. Abbadessa Rizzoli 2016
Recensione di Liber Liber La Lettura di Rosy Franzò & Piero Pirosa
La farfalla, l’atomo e la metamorfosi
<<La signorina
Renzi aveva appena finito di dettare il titolo del componimento e se ne stava
seduta dietro la cattedra, col mento alto e la schiena tesa, come per puntare
lo sguardo molto lontano da sé….e, per quanto l’aula desse sul cortile interno
della scuola, provò ad immaginare di poter allargare la vista sui tetti di
Firenze>>. L’inizio di Fiammetta, di
Emanuela E. Abbadessa edito da Rizzoli, riporta
alla mente l’Infinito di Leopardi, quella siepe che impedisce la vista,
e similmente, Fiammetta fantasticando, va oltre il <<cortile>>, per
“naufragar” fra le bellezze fiorentine. L’autrice, è come se, sapientemente, introducesse il
lettore, in un film di Comencini , non uno dei tanti del grande
regista dei “bravi italiani”, ma in “Cuore” , liberamente ispirato al libro di Edmondo De Amicis. Inizia a “dipingere”, in maniera accurata e
avvincente, il “suo” personaggio e il microcosmo di umanità che lo circonda. La
maestra Fiammetta Renzi, sognatrice, poetessa in erba che :<<...amava
stupire con atteggiamenti poco convenzionali, mai disdicevoli, però inusuali
per una giovane a modo>>, con la
sua ingenua “sensualità nascosta”,
come la ciocca rosso vermiglio tra i suoi capelli,
determinazione, indipendenza….amore e sollecitudine nei confronti dei suoi piccoli
alunni, rimanda alla signorina con la penna rossa di “deamicisiana” memoria:
<<la maestrina della prima inferiore numero tre, quella giovane col viso
color di rosa,…. e porta una gran penna rossa sul cappellino>>.
L'ambientazione è quella della Firenze di fine Ottocento, lontana
anni luce dall’égalité al femminile, invano auspicata, da Olympe de Gouges e
dal movimento delle suffragette, il National Union of Women's Suffrage di Millicent Garrett Fawcett e poi di
Emmeline Pankhurst. Eppure :<<Il mondo, pensava Fiammetta, stava
cambiando . E molto in fretta…>>. In una realtà cristallizzata,
pietrificata, Fiammetta, è portatrice di mutazioni genetiche, che ne fanno una
protofemminista, una ribelle ante litteram,
per un mondo declinato al
femminile, capace di emanciparsi
irreversibilmente dall’uomo,…...
una crisalide nel suo angusto bozzolo,
un atomo carico di un’ energia esplosiva. Ma...Fiammetta ha un’anima
armoniosa, duale, determinata e sensibile, caparbia e gentile :<< Era
lieta di essere nata in una città tanto ricca di storia...Lei, il bello ce
l’aveva sempre sotto il naso….bastava uscire di casa….era lì a disposizione,
non occorreva pagare un biglietto>>. Sembra sentire il principe Miškin,
nell'Idiota di Dostoevskij: <<La bellezza salverà il mondo>>. Ma
quale bellezza? Per Fiammetta non è solo bellezza artistica, letteraria, ….col
suo fascino catartico, capace di indurre una sindrome di Stendhal collettiva,
ma più profonda, interiore, che esplicita
con gesti di tenerezza, amore incondizionato, solidarietà, istinto
materno come nei confronti di Duccio o di gentile discrezione, per non turbare
o compromettere l’amicizia di un pretendente non corrisposto, il maestro
Stefano Pucci, mente libera , aperta al cambiamento, l’unico che fosse stato capace di restargli a fianco,
come scudiero impavido di un moderno Don Chisciotte, nelle sue utopiche
battaglie al femminile. Al primo approccio, il lettore si trova dinanzi un’
architettura umanamente composita , un
labirinto di personaggi in antitesi con la
linearità della trama. Una prima lettura, richiede un’analisi
strutturalista e/o formalista, per capire come in una forma elegante, mai
aulica, ma con toni
di matura raffinatezza estetica, l’Abbadessa fa sì, che il valore funzionale del singolo personaggio sia determinato
dall’interagire, intersecarsi, scontrarsi con gli altri. L’autrice chiarisce
subito, fin dalle prime pagine, qual è il messaggio che vuole veicolare, il
messaggio profondo, la “substantifique moëlle”, per usare le parole dello scrittore
francese François Rabelais, nel romanzo satirico “Gargantua e
Pantagruele”: la rivendicazione di pari diritti e dignità tra donne e uomini,
la messa in discussione dell’autoritarismo patriarcale ………, perchè
Fiammetta credeva che :<<...le
donne dovessero essere sempre libere di costruirsi il proprio destino>>.
Ma cosa farà vacillare l’equilibrio fiorentino della “giovin” maestra?
L’incontro con l’amore ,la passione …..metterà in discussione certezze
sedimentate, la sua stessa libertà fisica e morale :<<quella stanza tutta
per sé >>, che rimanda al celebre
saggio di Virginia Woolf , A room of one's own. "Galeotto fu 'l libro e
chi lo scrisse", direbbe il Sommo Poeta, ma in Fiammetta, Galehault è una conferenza in cui Mario Valastro, poeta catanese, autore di “versi arditi e autentici”, presenta la sua opera, il “Satana
trionfante”. Ed è subito sintonia totale, innamoramento “illusionale”, parziale affinità elettiva che investe i loro
corpi, ma non la loro anima. Cresciuto in una famiglia matriarcale e
opprimente, amato in modo morboso, “sbagliato”,
dalle <<temibili>> sorelle Strazzeri, mamma e zia,
impregnate di acido cloridrico, per lui l’amore è possesso ed asservimento totale a chi possiede. Eppure, la
sfrontatezza, l’atteggiamento impertinente e angelicamente disinibito
della maestrina fiorentina, l’avevano
ammaliato, disorientato, turbato: << ...era penetrante nella critica….e
capace di incartarlo con una delle sue espressioni acute e vagamente
beffarde>>. Però, sarebbe bastato
plasmarla e, magari, trasformarla in una bambola da compagnia, nella stanza da
ricamo, delle sorelle Strazzeri.
Purtroppo per Valastro, Fiammetta, di
recitare la parte della bambola alla Ibsen, rinunciando alla
sua capacità speculativa, non ne aveva proprio voglia. In una Sicilia, di
stampo feudale, con un’ organizzazione piramidale, padrone-servo, Fiammetta,
dopo il viaggio di nozze, si renderà conto di aver vissuto : <<una
scheggia di felicità fermata nel tempo e incastonata in un altrove>>,
catapultata negli anni più bui, di un “basso medioevo” dell’Ottocento.. Una
realtà così retrograda, bigotta, volutamente stagnante, poteva accettare che
una donna sposata, potesse impudentemente gironzolare ,da sola, per le vie
della città in ambienti degradati, dove regnavano miseria, povertà e
abbandono….? Sembra udire, il mormorio
pettegolo e gattopardesco, che si leva
al suo incedere…..nei vicoli, nei circoli, nei barbieri,…..:<<Che
scandalo! Che scandalo!!>>. E poi, cos’era quell’idea della “Sorellanza”?
Di aiutare le mamme e i bambini indigenti? In fondo, : <<...i poveri
c’erano e ci sarebbero sempre stati….>>. Una socialista!!! Ecco
cos’era...L’abbadessa descrive i luoghi minuziosamente, nei dettagli ,
ipnotizzando il lettore, “spingendolo”
dentro la storia…...a passeggiare
accanto a Fiammetta in Piazza
Duomo piuttosto che lungo i viali di villa Bellini. Come un bravo detective,
uno Sherlock Holmes in gonnella, con
lente di ingrandimento in mano, osserva e analizza le dinamiche, i giochi di
potere che si instaurano all’interno di una coppia, soprattutto, quando si alterano, s’invertono…...Nel suo doloroso
percorso di crescita, la protagonista imparerà a riflettere su un principio
della dinamica : ad un’ azione corrisponde
una reazione, ….però, non sempre nel campo umano, uguale e contraria, ….la violenza del marito,
l’unica arma di sottomissione, e la freddezza dell’amante , capace di sedurre
ma inetto ad amare ;un vinto verghiano? Fiammetta, è sull’orlo del baratro, sta
per precipitare,... ed ecco la “metamorfosi”: la crisalide si libera dal
bozzolo, splendida farfalla che si libra
alta nell’aria,……. l’assegno inviatole da un editore che ne apprezza i versi...è la libertà riconquistata,
l’indipendenza economica, il punto di partenza
da cui ricominciare, consapevole che :<<molte delle grandi
passioni delle donne sono rivolte ad uomini abietti…>>.
Ad maiora, Fiammetta!
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