mercoledì 21 dicembre 2016


L’EROE DISCRETO
di Mario Vargas Llosa Einaudi

     C’è chi dice no! …..
 Due storie  parallele, ”Dos hombres vertical”,  una terra piena di magia,  poesia e contraddizioni
 A dire no, nel nuovo libro del grande romanziere peruviano, sono due uomini con una precisa idea dell'onore e dell'onestà , due <<Don Chisciotte>> moderni, immersi in un mondo spogliato di ogni eroismo possibile. Due storie che corrono parallelamente, apparentemente destinate a non incontrarsi tra di loro, che invece, attraverso un semplice meccanismo narrativo, diventano complementari e complici,  sapientemente raccontate su piani temporali perfettamente scorrevoli e intriganti. Esse si dipanano in luoghi differenti e indipendentemente l’una dall’altra. Della prima, è protagonista un piccolo imprenditore di Piura, sulla costa nel nord del Perù, Felicito Yanaqué, quando riceve una lettera di minaccia con un ragnetto al posto della firma . Figlio di un povero mezzadro meticcio, innalzatosi nell’arco di una vita d’immane fatica, allo status di titolare di una fiorente ditta di trasporti, oppone un netto rifiuto a quella miserabile richiesta di <<pizzo>>, per non cadere dalle vette di un’esistenza proba, di una moralità orgogliosa, di una fedeltà  agli insegnamenti paterni, che gli impediscono  di trasgredire l’unica eredità lasciatagli da quell’hombre vertical: «Nella vita, figlio, non lasciare che nessuno ti metta i piedi in testa». L'altra ha per protagonista Rigoberto, un manager di Lima, ormai prossimo alla pensione, desideroso di godersi il resto della  sua esistenza viaggiando con la moglie in Europa e crescendo il figlio. La vita, però, si diverte a scompigliare i suoi piani: il suo capo, ma soprattutto grande amico Ismael, in barba alla veneranda età, decide di sposare la governante Armida, per impedire che il suo patrimonio venga dilapidato dai figli, e chiede a Rigoberto di fargli da testimone. Dire che i due figli del ricco magnate, già soprannominati "le iene" per la loro condotta,  scateneranno tutta la loro rabbia e la loro avidità contro questa decisione e chi l'ha sostenuta, è facile previsione. In più, a turbare la quiete del protagonista, sono le strane visioni del figlio, a cui non sa se credere…...Leggere questo romanzo è come superare una linea di confine , uno “stargate”, per immergerci in <<un cosmo e microcosmo>> sconosciuto, dal carattere esotico, sensuale, enigmatico...….. quasi <<fatato>>,  che  sicuramente, non ci appartiene e che, forse per questo, ci ammalia, ci affascina, e inaspettatamente, ci coinvolge. La meta di questo viaggio è il Perù, un paese moderno ed antico allo stesso tempo, pieno di contraddizioni ed emotivamente suggestivo. L’autore ce lo mostra intingendo la penna nelle descrizioni, nei profumi, nella personalità degli abitanti, nella forza o nelle debolezze che caratterizzano i vari personaggi. Un Perù che sta cambiando, impregnato di ottimismo neoliberale, un po’ più democratico e un po’meno «diseguale» . Il tema centrale del romanzo è l’uomo comune, l’uomo della strada , sconosciuto, silenzioso, trasparente, <<l’eroe discreto>> , capace di esercitare la propria moralità , il proprio <<eroismo etico>>, senza ostentazione , rifuggendo il clamore  e qualsiasi  edonistica sovraesposizione. Il romanzo sta tra il giallo e la commedia dal sapore amaro, sublime esempio di maestria narrativa, di : << un romanzesco che induce uno stato prossimo all’ipnosi>>. Vargas Llosa, dipinge una tela in cui sono impresse venature  di tragedie esistenziali  colorate  da <<chiazze>> di umorismo, di ironia, di occulte credenze, come nella migliore tradizione della letteratura sudamericana. E’ intriso di misteri, allusioni magiche, inquietanti visioni ……..,siamo nel <<brodo primordiale del realismo magico>>  del suo amico nemico Gabriel Garcìa Màrquez,  di Jorge Luis Borges ,di Isabel Allende…., dove il realismo quotidiano viene sempre contrapposto al soprannaturale, in una continua  dialettica fra razionalità e superstizione. L’indovina Adelaide richiama alla mente Pilar Ternera , la chiaroveggente di “Cent’anni di solitudine” in grado di predire il futuro con le carte. Ma, mentre in Màrquez c’è una concezione circolare della storia, senza la speranza di alcun progresso,  in Vargas Llosa, c’è il “sogno” di  un futuro migliore , come fa dire al sergente Lituma, per questo: < Perù di oggi, con gli aspetti positivi e quelli negativi». A mille anni da Macondo! E……, come asserisce Claudio Magris :<< Ci sono scrittori che ci cambiano la vita, perché ci aprono gli occhi, il cuore, la mente: Vargas Llosa è uno di questi >>.




  




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